Manifesto Politico
Varese Pride 2025
Il Pride è un momento di visibilità, consapevolezza e orgoglio.
È uno spazio pubblico in cui la comunità LGBTQIA+ e chi la sostiene si ritrova per affermare diritti, dignità e uguaglianza.
È un evento sociale e culturale, ma anche un’occasione per riflettere insieme su ciò che ancora manca, su ciò che possiamo costruire, su come vivere liberamente e con pienezza.
Diritti negati, tutele assenti
L’Italia è attualmente al 35º posto su 49 paesi europei per l’uguaglianza delle persone LGBTQIA+, secondo l’indice Rainbow Europe di ILGA-Europe. Questo dato fotografa un grave ritardo normativo, culturale e politico.
Nel nostro Paese, le persone LGBTQIA+ affrontano ancora troppe barriere:
- Nessun riconoscimento pieno delle famiglie omogenitoriali
- Nessuna legge contro l’omolesbobitransfobia
- Percorsi di affermazione di genere spesso lunghi, disomogenei e pieni di ostacoli
- Disparità nell’accesso ai servizi sanitari, alla prevenzione e alla salute sessuale
- Ostacoli all’educazione affettiva e sessuale nelle scuole
Chiediamo:
- Una legge nazionale contro l’omolesbobitransfobia
- Il pieno riconoscimento giuridico delle famiglie LGBTQIA+
- Procedure snelle e uniformi per i percorsi di affermazione di genere
- Politiche sanitarie inclusive e accessibili su tutto il territorio
- L’inserimento obbligatorio dell’educazione sessuoaffettiva in tutti i cicli scolastici
- Il riconoscimento e il sostegno specifico per le persone neurodivergenti, attraverso politiche inclusive in ambito educativo, lavorativo e sanitario, che rispettino le diverse modalità di comunicazione, apprendimento e relazione
- Chiediamo anche il riconoscimento giuridico del genere non binario e l’introduzione nei documenti ufficiali italiani della possibilità di autodeterminarsi senza obblighi medici o chirurgici.
Educazione, salute, famiglie: investire nel futuro
Ribadiamo la necessità di semplificare l’iter legale e burocratico per il cambio dei documenti, rimuovendo ogni requisito patologizzante o discriminatorio.
Chiediamo che l’identità digitale, in ogni sua forma, rispetti il nome d’elezione e l’identità di genere autodeterminata della persona.
Chiediamo che ogni percorso medico, psicologico e sanitario sia sempre fondato su un consenso realmente informato, espresso in modo libero, consapevole e comprensibile, nel rispetto dell’autodeterminazione della persona e con linguaggio accessibile.
Rivendichiamo il diritto alla libertà religiosa e di coscienza anche per le persone LGBTQIA+, condannando ogni forma di fondamentalismo, integralismo o imposizione che legittimi discriminazione o violenza.
Chiediamo che le università e gli enti di formazione professionale integrino moduli su genere, orientamento sessuale e inclusione in tutti i percorsi accademici e tecnici, in particolare in ambito medico, educativo, psicologico, giuridico e comunicativo.
Riteniamo essenziale che professionisti e professioniste del sociale — educatori, psicologi, operatori sanitari, assistenti sociali — ricevano una formazione obbligatoria e aggiornata sulle tematiche LGBTQIA+ e intersezionali.
Chiediamo inoltre accesso non discriminatorio alla salute riproduttiva e ginecologica per tutte le persone LGBTQIA+, incluse quelle transgender e non binarie, attraverso servizi inclusivi e personale formato.
Chiediamo il riconoscimento giuridico delle persone non binarie e la possibilità di scegliere un’opzione di genere neutro nei documenti ufficiali e nei sistemi informatici pubblici e privati.
Rivendichiamo l’introduzione di una normativa che consenta il cambio di nome e genere anagrafico attraverso una procedura amministrativa semplice, gratuita e basata sull’autodeterminazione, senza la necessità di diagnosi, perizie o sentenze giudiziarie.
Riteniamo fondamentale il sostegno alla memoria storica e culturale delle persone LGBTQIA+. Chiediamo la creazione di archivi pubblici, percorsi educativi e spazi espositivi che valorizzino la storia delle nostre comunità, delle nostre lotte e delle nostre esperienze collettive.
Riconosciamo l’importanza della ricerca accademica sulle questioni LGBTQIA+, di genere e intersezionali.
Chiediamo investimenti pubblici in studi di genere, queer studies, sociologia delle relazioni, salute e storia LGBTQIA+, affinché la conoscenza sia leva di trasformazione e giustizia sociale.
Chiediamo inoltre l’accesso a servizi di salute mentale gratuiti o a basso costo, gestiti da personale qualificato e formato sulle tematiche LGBTQIA+, inclusi i traumi da discriminazione, esclusione e marginalizzazione.
Chiediamo che le istituzioni pubbliche adottino un linguaggio realmente inclusivo in tutta la modulistica, nella comunicazione e nei servizi, garantendo la possibilità di autodeterminare il proprio genere anche nei contesti amministrativi.
Riteniamo fondamentale l’accessibilità comunicativa e linguistica per tutte le persone, incluse quelle neurodivergenti o con disabilità cognitive.
Condanniamo ogni forma di terapia di conversione, pratica pseudoscientifica e violenta che tenta di modificare l’orientamento sessuale o l’identità di genere di una persona. Chiediamo che siano vietate per legge in modo chiaro e inequivocabile.
Rivendichiamo il pieno riconoscimento delle famiglie arcobaleno, senza discriminazioni basate sul genere o sull’orientamento delle persone genitori. La genitorialità non può essere ridotta a una questione anagrafica, ma deve riflettere i legami affettivi e di cura.
Riconosciamo il diritto di ogni persona a vivere liberamente il proprio orientamento sessuale, la propria identità di genere e le proprie caratteristiche sessuali, senza subire discriminazioni, medicalizzazioni forzate o trattamenti non richiesti.
Sosteniamo la completa depatologizzazione delle esperienze trans*, non binarie e intersex in ogni ambito medico, legale e sociale.
Sosteniamo una visione positiva, libera e consapevole della sessualità, fondata sul rispetto, sul consenso e sull’accesso equo a informazioni e strumenti di prevenzione.
Crediamo che ogni persona debba poter vivere pienamente la propria dimensione affettiva e sessuale, senza colpa, vergogna o paura.
Condanniamo con fermezza lo stigma e la discriminazione ancora oggi rivolti alle persone che vivono con HIV.
Rivendichiamo politiche sanitarie e culturali fondate su evidenze scientifiche, che garantiscano l’accesso alla prevenzione, alla cura e a una corretta informazione pubblica.
U=U (Undetectable = Untransmittable) non è solo una verità scientifica, ma un messaggio di liberazione e dignità.
Chiediamo inoltre il divieto di interventi chirurgici e trattamenti medicalizzati non consensuali sui corpi delle persone intersex in età infantile. Ogni corpo deve essere rispettato nella sua integrità e autodeterminazione.
Vogliamo un sistema scolastico che educhi al rispetto e riconosca tutte le identità.
Una sanità accessibile, informata e libera da pregiudizi.
Un ordinamento che riconosca le famiglie per ciò che sono, senza discriminazioni basate sull’orientamento o sull’identità.
Chiediamo:
- Educazione sessuoaffettiva nelle scuole, obbligatoria e inclusiva
- Attivazione e tutela della carriera alias in tutte le scuole, garantita da protocolli regionali e nazionali
- Accesso diffuso alla PrEP anche nella città di Varese
- Potenziamento dei servizi IST e continuità operativa nei percorsi di prevenzione e diagnosi
- Formazione obbligatoria del personale sanitario e scolastico sui temi LGBTQIA+
- Riconoscimento legale delle famiglie omogenitoriali e delle famiglie di scelta
- Supporto pubblico ai servizi psicologici e di affermazione per le persone transgender e non binarie
Famiglie e diritti: servono leggi solide
La nostra idea di famiglia è inclusiva, affettiva, plurale. Riconosce la dignità di tutti i legami fondati sull’amore, sulla cura e sulla responsabilità.
Riconoscimento giuridico per tutte le famiglie
• una legge per il riconoscimento alla nascita per tuttɜ lɜ figliɜ di coppie dello stesso sesso.
• Accesso alle adozioni per persone single e coppie LGBTQIA+, senza discriminazioni basate su orientamento sessuale o identità di genere.
• Riforme legislative che garantiscano stabilità e pari diritti per tutte le famiglie.
Diritti e tutele nella genitorialità LGBTQIA+
• Congedi parentali estesi anche al genitore non biologico.
• Politiche aziendali inclusive che riconoscano la piena dignità dei legami genitoriali non tradizionali.
• Pari diritti di cura, assistenza e rappresentanza legale per tuttə i genitori.
Accesso inclusivo alla genitorialità
• Accesso ai percorsi di Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) per tuttɜ coloro che hanno un utero, sia singolə che in coppia.
• Norme eque che tutelino il diritto alla genitorialità, indipendentemente da genere e orientamento.
Educazione inclusiva alle pluralità familiari
• Percorsi scolastici rivolti a studentɜ, docenti e genitori, con:
* Progetti educativi sulla genitorialità LGBTQIA+.
* Rappresentazione delle diverse forme di famiglia come strumenti contro la discriminazione e atti di bullismo.
Una legge sulla Gestazione per Altrə etica e autodeterminata
• Cancellazione della legge Varchi, che criminalizza la GPA anche se praticata legalmente all’estero.
• Introduzione di una normativa che consenta una Gestazione per Altrə etica, fondata sul consenso libero e informato, e sul rispetto dell’autodeterminazione delle donne e dei loro corpi.
Nessunə esclusə: uguali diritti per tuttə lə minori
• Ogni bambinɜ deve avere pieno riconoscimento giuridico e tutele fin dalla nascita, a prescindere dalla struttura della famiglia di origine.
Libertà, autodeterminazione, intersezionalità
Rivendichiamo rappresentazione e tutela per tutte le forme corporee, contro ogni estetica normativa o medica discriminatoria. I corpi grassi, neurodivergenti, disabili o non conformi devono essere rispettati, riconosciuti e inclusi pienamente nella vita sociale, culturale e politica.
Sosteniamo la libertà e l’autodeterminazione dei popoli in ogni parte del mondo, e siamo solidali con le comunità LGBTQIA+ che vivono sotto minaccia, sorveglianza o repressione.
Esprimiamo vicinanza alla comunità LGBTQIA+ ucraina, che affronta l’orrore della guerra con determinazione e coraggio, e alla comunità ungherese, che continua a lottare per i diritti fondamentali in un contesto politico sempre più autoritario.
Sosteniamo il Budapest Pride e tutte le manifestazioni che resistono alla censura e alla discriminazione.
Riconosciamo la pluralità delle esperienze, dei corpi e delle soggettività che compongono la nostra comunità. Ogni persona deve poter esprimere la propria identità e i propri percorsi relazionali, affettivi e sessuali in modo libero, consapevole e consensuale.
Il Pride non prevede canoni di accettabilità: tutte le espressioni identitarie che si fondano sul rispetto, sul consenso e sull’autodeterminazione sono parte integrante del nostro cammino collettivo.
Tra queste, rivendichiamo anche il rispetto e la tutela per le persone appartenenti alla comunità BDSM e kinky, troppo spesso stigmatizzate o marginalizzate anche all’interno degli stessi spazi LGBTQIA+.
Condanniamo con forza ogni forma di violenza maschile contro le donne, in particolare i femminicidi, che continuano a rappresentare una tragedia quotidiana nel nostro Paese. È necessario un impegno strutturale e culturale da parte delle istituzioni per la prevenzione, la protezione e il sostegno alle persone sopravvissute alla violenza di genere.
Lottiamo contro l’abilismo, che esclude e discrimina le persone con disabilità sia in ambito sociale che istituzionale. Chiediamo un cambiamento culturale che riconosca la piena soggettività, l’autonomia e il valore di ogni persona, al di là delle proprie condizioni psico-fisiche.
Combattiamo ogni forma di razzismo, istituzionale e sociale, che colpisce le persone migranti, razzializzate o con background non occidentale. Rivendichiamo un approccio antirazzista nelle politiche pubbliche, nell’accesso ai diritti e nei servizi, affinché nessuna persona sia discriminata sulla base della propria origine, etnia o colore della pelle.
Rivendichiamo il diritto all’autodeterminazione di ogni persona.
Sosteniamo una visione intersezionale delle lotte: non ci sono diritti LGBTQIA+ senza diritti delle donne, delle persone migranti, delle persone con disabilità, delle soggettività marginalizzate.
Il nostro cammino è ispirato dai principi del transfemminismo intersezionale, che ci insegna a leggere le oppressioni come sistemi intrecciati da combattere insieme, senza gerarchie di dolore.
Lottiamo contro il patriarcato, il razzismo, il sessismo, l’abilismo, l’odio organizzato.
Condanniamo la legittimazione di spazi e iniziative che promuovono l’odio e la discriminazione, come il cosiddetto “Remigration Summit” tenutosi a Gallarate.
Chiediamo:
- Il riconoscimento delle soggettività LGBTQIA+ nelle politiche pubbliche
- Percorsi agevolati per l’affermazione di genere, senza patologizzazione
- Il contrasto attivo alle narrazioni d’odio, online e offline
- Spazi, fondi e tutele per le realtà transfemministe, antirazziste e antiabiliste
Siamo solidali con tutte le popolazioni civili vittime di guerra, occupazione e violenza indiscriminata.
In particolare, non possiamo restare in silenzio di fronte al genocidio in corso nella Striscia di Gaza e alla prolungata occupazione militare da parte di Israele nei territori palestinesi.
Milioni di persone – tra cui donne, bambinə e soggettività LGBTQIA+ – vivono sotto assedio, senza accesso a cure mediche, acqua, elettricità, protezione.
Condanniamo con fermezza l’occupazione israeliana della Palestina e ogni atto di violenza contro la popolazione civile. Rivendichiamo il diritto all’autodeterminazione dei popoli e condanniamo ogni forma di violenza contro la popolazione civile, da qualunque parte provenga.
Ribadiamo il diritto all’autodeterminazione dei popoli, il rispetto del diritto internazionale e la protezione dei diritti umani come fondamento di ogni convivenza giusta.
Il nostro impegno per la libertà e la dignità vale ovunque: a Varese, in Italia, in Palestina, in Ucraina, in Ungheria.
Chiediamo:
- Il cessate il fuoco immediato
- La fine dell’occupazione israeliana
- L’accesso agli aiuti umanitari
- Una pace giusta fondata sui diritti
Riaffermiamo con fermezza i valori dell’antifascismo, pilastro irrinunciabile della nostra Costituzione e principio fondante di una democrazia pluralista e inclusiva. Ogni manifestazione di neofascismo, razzismo o autoritarismo costituisce una minaccia concreta all’eguaglianza sostanziale, alla libertà e alla piena cittadinanza di tutte le persone.
Diritti sociali, accoglienza, lavoro, sport, neurodivergenze
Chiediamo politiche per l’invecchiamento dignitoso e inclusivo della comunità LGBTQIA+, con servizi e strutture capaci di garantire rispetto, sicurezza e riconoscimento alle persone anziane, anche nei contesti di cura e assistenza.
Chiediamo il rispetto dell’identità di genere e dell’orientamento sessuale nelle strutture detentive, l’accesso a percorsi sanitari adeguati e la protezione da abusi e isolamento per le persone LGBTQIA+ detenute.
Chiediamo un’accoglienza dignitosa e sicura per tutte le persone LGBTQIA+ in cerca di protezione internazionale, evitando ogni forma di marginalizzazione o revittimizzazione.
Chiediamo politiche inclusive anche nelle aree rurali, montane e periferiche, dove l’isolamento sociale e la carenza di servizi possono amplificare le discriminazioni.
Chiediamo tutele, accesso alla salute e diritti per le persone LGBTQIA+ che esercitano il sex work, con la garanzia di servizi non stigmatizzanti e politiche fondate sul rispetto e sulla sicurezza.
Chiediamo il riconoscimento e il sostegno pubblico alle realtà del terzo settore LGBTQIA+, attraverso bandi accessibili, semplificazione amministrativa e fondi stabili che valorizzino l’impatto sociale, educativo e culturale che queste realtà svolgono nei territori.
Riteniamo necessario contrastare la marginalizzazione territoriale delle persone LGBTQIA+, promuovendo presidi, servizi e iniziative culturali anche nelle aree rurali, periferiche e nei piccoli comuni, dove spesso mancano spazi sicuri e reti di supporto.
Rivendichiamo il diritto a una vita dignitosa anche nella terza età per le persone LGBTQIA+, spesso invisibilizzate e isolate. Chiediamo che le strutture socio-assistenziali pubbliche e private siano inclusive, con personale formato e ambienti sicuri per anzianə LGBTQIA+.
Chiediamo misure specifiche per le persone LGBTQIA+ cacciate di casa o in condizione di vulnerabilità abitativa, come programmi di housing first, accoglienza dedicata e accesso prioritario a percorsi di autonomia abitativa.
Sottolineiamo l’urgenza di creare centri di accoglienza realmente inclusivi, con personale formato sulle tematiche LGBTQIA+.
La precarietà economica, la marginalizzazione sociale e la povertà colpiscono in modo trasversale molte persone LGBTQIA+, soprattutto giovani, migranti, neurodivergenti, transgender o senza rete familiare.
Riconosciamo la povertà come una barriera sistemica all’accesso alla salute, all’abitare, alla cultura e ai diritti fondamentali.
Le disuguaglianze sociali e materiali colpiscono duramente molte persone LGBTQIA+, specialmente le più marginalizzate.
Il diritto all’abitare, al lavoro dignitoso, allo sport, alla cultura, alla protezione devono essere garantiti senza discriminazioni.
Chiediamo:
- Politiche abitative inclusive, con percorsi di accoglienza sicuri per persone LGBTQIA+ in condizione di fragilità
- Il riconoscimento effettivo del diritto d’asilo per motivi legati all’orientamento sessuale e all’identità di genere
- Misure efficaci contro le discriminazioni nel mondo del lavoro e incentivi all’assunzione di persone transgender e non binarie
- Politiche culturali pubbliche che includano la memoria e l’espressione LGBTQIA+
- Formazione dei media e delle redazioni per una rappresentazione rispettosa
- Raccolta di dati disaggregati e anonimi per monitorare le discriminazioni
- Il contrasto alla discriminazione nello sport e l’accesso sicuro, inclusivo e dignitoso a ogni livello dell’attività sportiva
- La condanna di ogni strumentalizzazione delle vite LGBTQIA+ nel dibattito politico o mediatico
Istituzioni e responsabilità
Chiediamo la creazione di spazi di consultazione permanenti con le realtà LGBTQIA+, a livello locale e nazionale, per co-progettare politiche realmente efficaci e inclusive.
Chiediamo che l’Italia assuma una posizione chiara e costante contro le legislazioni che criminalizzano le persone LGBTQIA+ nel mondo, integrando questo impegno nella propria politica estera e nei rapporti internazionali.
Chiediamo che lo sviluppo e l’uso di tecnologie algoritmiche, comprese le intelligenze artificiali, siano regolati per evitare bias discriminatori verso le persone LGBTQIA+.
Chiediamo percorsi di formazione per magistratura e forze dell’ordine, per evitare stereotipi e tutelare adeguatamente le persone LGBTQIA+ coinvolte in procedimenti giudiziari.
Rivendichiamo la valorizzazione della memoria storica LGBTQIA+ nei musei, archivi pubblici e istituzioni culturali. La nostra storia è parte della storia collettiva.
Sosteniamo un approccio alla giustizia climatica che tenga conto delle soggettività marginalizzate: le persone LGBTQIA+ non sono escluse dalle crisi ambientali e spesso ne subiscono un impatto amplificato.
Lottare per un mondo sostenibile significa anche garantire giustizia sociale e inclusione ecologica.
Proponiamo inoltre l’istituzione di un Osservatorio permanente sui diritti LGBTQIA+, con funzioni di monitoraggio, segnalazione, supporto legale e raccolta dati, in collaborazione con enti pubblici, università e società civile.
Chiediamo ai media, alle redazioni giornalistiche e ai personaggi pubblici di evitare narrazioni stereotipate, infantilizzanti o sensazionalistiche delle persone LGBTQIA+.
Rivendichiamo il diritto a una rappresentazione rispettosa, competente e complessa delle nostre vite e dei nostri percorsi.
Chiediamo la piena tutela delle persone LGBTQIA+ detenute o trattenute in strutture restrittive, come carceri, REMS, CPR o CIE.
Tutte le persone devono essere collocate in ambienti sicuri e rispettosi della propria identità di genere, con accesso a supporti psicologici e sanitari adeguati.
Rivendichiamo il diritto all’accesso alla giustizia per le persone LGBTQIA+ vittime di discriminazione, violenza o crimini d’odio. Chiediamo formazione obbligatoria per forze dell’ordine, magistratura e personale giudiziario sulle tematiche LGBTQIA+ e sull’approccio non discriminatorio e rispettoso della dignità della persona.
Invitiamo le istituzioni italiane ed europee a vincolare gli accordi bilaterali e multilaterali con Paesi terzi al rispetto dei diritti umani, inclusi i diritti delle persone LGBTQIA+.
L’Italia deve avere un ruolo attivo nella tutela internazionale delle soggettività LGBTQIA+ attraverso la cooperazione allo sviluppo e le politiche estere.
Le persone LGBTQIA+ richiedenti asilo devono poter contare su percorsi di protezione effettiva, accoglienza dignitosa e personale adeguatamente formato sul riconoscimento delle persecuzioni legate all’orientamento sessuale, all’identità di genere e alle caratteristiche sessuali.
Chiediamo inoltre che gli algoritmi utilizzati per la moderazione dei contenuti, la pubblicità, il riconoscimento facciale e altre tecnologie emergenti siano progettati ed esaminati per prevenire bias e discriminazioni verso le persone LGBTQIA+.
Condanniamo con forza i crimini d’odio e l’incitamento all’odio (hate speech) basati su orientamento sessuale, identità di genere o caratteristiche sessuali. Chiediamo una legge efficace contro i crimini d’odio che includa in modo esplicito le persone LGBTQIA+ e protegga la dignità di tuttə nello spazio pubblico e digitale.
Chiediamo che siano garantiti anche il diritto alla sicurezza digitale e alla protezione della privacy, in particolare per le persone LGBTQIA+ che si trovano in contesti familiari o sociali ostili. La protezione dei dati sensibili, la libertà di espressione online e la possibilità di autodeterminarsi anche in spazi digitali sono elementi fondamentali di cittadinanza.
Gli organismi pubblici deputati alla tutela contro le discriminazioni devono essere resi indipendenti dal potere politico.
Chiediamo:
- Impegni chiari da parte delle istituzioni locali e nazionali contro le discriminazioni
- Attuazione concreta dei protocolli della rete RE.A.DY
Rivendichiamo anche il valore della libertà di stampa: un’informazione libera, pluralista e indipendente è condizione essenziale per il progresso democratico e per la visibilità delle istanze delle persone LGBTQIA+.
Negli ultimi mesi, disegni di legge come il cosiddetto DDL Sicurezza e il DDL Varchi hanno sollevato forti preoccupazioni in ambito civile e sociale.
Il DDL Sicurezza è stato criticato per misure che rischiano di limitare la libertà di manifestazione e criminalizzare il dissenso pacifico.
Il DDL Varchi propone la punibilità della gestazione per altri anche se praticata legalmente all’estero, minando il principio di autodeterminazione.
Chiediamo:
- La revisione delle normative recentemente approvate che limitano la libertà di manifestazione, espressione e autodeterminazione
- Norme che tutelino la libertà di espressione, manifestazione e autodeterminazione
Famiglie e diritti: servono leggi solide
In questi mesi si è discusso molto di strumenti giuridici per raggiungere l’uguaglianza, come il referendum sul matrimonio egualitario.
Siamo consapevoli della complessità tecnica e politica di questi strumenti, e della necessità di non mettere a rischio tutele già acquisite.
Chiediamo:
- Un impegno diretto del Parlamento per il riconoscimento legale del matrimonio egualitario
- Riforme legislative inclusive, stabili e durature per tutte le famiglie
Oltre il giorno del Pride
Il Pride nasce da una storia di resistenza e liberazione: dalle rivolte di Stonewall ai primi cortei italiani, è sempre stato un atto politico contro l’oppressione e l’emarginazione.
Non è solo una festa, ma una rivendicazione collettiva di diritti, memoria e visibilità delle nostre lotte.
Il Pride non è un giorno isolato: è parte di un percorso più ampio, che attraversa tutto l’anno.
Il cambiamento non si costruisce in una giornata, ma richiede impegno quotidiano, presenza nei territori, alleanze e partecipazione.
L’attivismo non si esaurisce con la parata del 19 luglio: è nelle azioni quotidiane, nei servizi, nella resistenza silenziosa, nella cura delle relazioni.
Collaborazioni e impegno condiviso
Chiediamo che ogni tentativo di censura, oscuramento o boicottaggio ideologico verso contenuti culturali, educativi o artistici che parlano di affettività, famiglie e identità LGBTQIA+ venga fermamente respinto.
La libertà culturale e la pluralità narrativa sono fondamentali per una democrazia inclusiva.
Chiediamo l’adozione di un piano nazionale per l’uguaglianza delle persone LGBTQIA+, articolato su più anni, con obiettivi misurabili, risorse economiche dedicate e strumenti di monitoraggio accessibili e trasparenti.
Chiediamo che le istituzioni, i partiti e le formazioni politiche promuovano la piena partecipazione delle persone LGBTQIA+ ai processi decisionali e sostengano candidature LGBTQIA+ visibili e competenti in ogni ambito della rappresentanza politica.
Chiediamo che i Pride e le manifestazioni LGBTQIA+ siano riconosciuti come espressioni fondamentali della libertà di manifestazione e tutelati da ogni tentativo di censura, repressione o strumentalizzazione politica.
Le autorità devono garantire che questi eventi possano svolgersi in sicurezza e nella piena libertà espressiva, anche simbolica e visiva.
Sosteniamo con convinzione le politiche di diversity & inclusion nei luoghi di lavoro, nella comunicazione e nella formazione.
Le aziende e le organizzazioni possono svolgere un ruolo fondamentale nel promuovere ambienti sicuri, rispettosi e rappresentativi, attraverso azioni concrete come:
- l’adozione di codici etici inclusivi
- la formazione del personale su orientamento sessuale, identità di genere e caratteristiche sessuali
- l’introduzione di modelli comunicativi rispettosi e non stereotipati
- la creazione di spazi di ascolto e supporto per dipendenti LGBTQIA+
Accogliamo con favore la collaborazione con chi condivide i nostri valori.
Sappiamo che senza sostegno, anche economico, organizzare il Pride sarebbe impossibile.
Per questo chiediamo un impegno autentico e continuativo da parte di aziende, associazioni e istituzioni.
Non solo in occasione del Pride, ma nelle scelte di ogni giorno.
Non chiediamo perfezione.
Chiediamo coerenza, ascolto e responsabilità.
Conclusione
Riconosciamo il valore insostituibile dell’attivismo e del volontariato LGBTQIA+, spesso non retribuito ma fondamentale per garantire diritti, supporto e visibilità alle nostre comunità.
Siamo parte di un movimento globale che attraversa confini, lingue e culture. Le nostre battaglie sono connesse a quelle di ogni persona nel mondo che lotta per libertà, dignità e uguaglianza.
Rivendichiamo anche il diritto di immaginare mondi diversi, in cui le soggettività LGBTQIA+ non solo sopravvivano, ma vivano pienamente, con gioia, amore, sicurezza e riconoscimento.
Questo manifesto nasce da anni di militanza, ascolto, impegno e confronto con la nostra comunità. È un documento vivo e aperto, che potrà essere integrato nel tempo per riflettere i bisogni emergenti e le nuove soggettività. Ogni contributo che arricchisce il cammino collettivo è benvenuto.
Questo manifesto non rappresenta un elenco esaustivo di tutte le soggettività, le istanze o le battaglie che meritano voce, spazio e dignità.
È una piattaforma aperta, in continua evoluzione, che si fonda sull’ascolto e sull’impegno collettivo.
Ogni persona che si riconosce nei valori di giustizia, uguaglianza e autodeterminazione è parte del nostro cammino.
Marciamo per chi è ancora costrettə a nascondersi.
Marciamo per chi non può farlo.
Marciamo perché vogliamo vivere in una società in cui l’uguaglianza non sia un privilegio, ma un diritto garantito a tuttə.
Il Varese Pride è comunità, è visibilità, è resistenza.
Invitiamo singole persone, enti, associazioni e istituzioni ad aderire pubblicamente a questo manifesto e a impegnarsi per tradurlo in azione concreta.
Ci impegniamo inoltre a rivedere questo manifesto ogni due anni, in modo partecipato, per garantire che rifletta i bisogni, le urgenze e i linguaggi della comunità LGBTQIA+ in continua evoluzione.
E finché ci sarà qualcosa per cui lottare, ci saremo.